La posizione geografica di Lauria, la rende una delle città più accattivanti per il turismo nell’area Sud della Basilicata. Da Lauria, è facilissimo raggiungere il mare di Maratea, di Praia a Mare (CS), località di montagna, laghi e cittadine di storia millenaria incastonate in panorami mozzafiato e immerse nel verde.
Di seguito, la descrizione completa di link per approfondimenti.
OROGRAFIA
IL MASSICCIO DEL SIRINO
La città di Lauria, una delle più popolate della Basilicata, situata tra Campania e Calabria, è punto di snodo di tre principali direttrici viarie: l’autostrada A3 SA-RC che ricalca pressappoco l’ntica via Romana Capua Rhegium, la Fondovalle Sinnica, che porta alla costa Ionica Lucana e la Fondovalle del Noce che collega l’autostrada A3 con la costa Tirrenica Calabro-Lucana. Inoltre la città rappresenta il punto d’incontro di tre valli: del Noce, del Sinni e del Mercure. Ad esse si dovrebbe aggiungere storicamente anche la Val d’Agri raggiungibile tramite l’antico percorso per Moliterno , ormai di livello secondario e in lunga attesa di adeguamento. Lauria è collocata in uno dei più suggestivi paesaggi dell’Appennino Meridionale, comprendente la cittadina turistica di Maratea , il Parco nazionale del Pollino, il Parco nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese (5,8% del territorio comunale, pari a 1016 ettari) e il massiccio del Sirino.
Nei confini amministrativi del comune di Lauria ricade parte del massiccio del Sirino. Sia la cima più alta, quella del monte Papa (2005 metri), che la vetta del Sirino (1907 metri), sono luoghi di attrazione per escursionisti o semplici appassionati della montagna. La montagna vanta piste da sci di buon livello e rappresenta l’estrema propaggine meridionale del Parco nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese.
Dall’aspetto imponente, ma compatto, il gruppo montuoso è situato a ridosso del mar Tirreno, nella parte sud occidentale della regione Basilicata (comuni di Lauria e Lagonegro), a dominio delle valli solcate dai fiumi Noce, Sinni ed Agri.
Dalle sue vaste e spoglie praterie di vetta, lo sguardo spazia verso il golfo di Policastro, le guglie irte e selvose dei monti La Spina e Zaccana, l’imponente acrocoro del Pollino, il vasto ed immacolato bosco Magnano, i ripidi contrafforti del monte Alpi, il Raparo e le ampie e verdeggianti valli di Diano e dell’Agri. La denominazione del massiccio prende il nome dalla vetta principale, che è superata in altezza solamente dal monte Papa. Sirino deriva a sua volta dal nome antico del fiume che vi nasce, Siris, l’attuale Sinni, la cui radice sanscrita significa scorrere, fluire. Alla foce del fiume, collegata al mar Ionio nel tratto costiero tra Policoro e Rotondella, anticamente era situata la città di Siris. Quando, nel V secolo a.C., fu vinta e distrutta dai tarantini, gli abitanti furono spinti nell’entroterra in direzione dell’alta valle del fiume, costituendo quei popoli sirini menzionati da Plinio che diedero poi il nome alla montagna.Come la gran parte della vicina dorsale costituita dai monti Pierfaone, Volturino e Viggiano, anche l’origine di questo massiccio è antichissima, ascrivibile ad un periodo anteriore alla sollevazione della stessa catena appenninica.Importanti resti di fossili appartenuti ad animali preistorici (mammouth, rinoceronti, orsi, grosse tigri, jene, rettili imponenti), così come le tracce umane nella grotta di Latronico, documentano dal punto di vista archeologico i segni di un’antichissima presenza umana ed animale.A causa dell’influenza dovuta alla vicinanza del Tirreno, il gruppo è investito da precipitazioni particolarmente abbondanti (tra le più copiose dell’intero arco appenninico): da 2.000 a 2.500 mm in media all’anno, che d’inverno si trasformano in una spessa e candida coltre nevosa, la cui fusione, peraltro, è piuttosto attardata.Per tale motivo tutto il territorio del Sirino è ricchissimo d’acque: dalle sue pendici sgorgano molteplici sorgenti, che vanno ad alimentare numerosi corsi d’acqua oltre che deliziosi laghetti. Il massiccio segna lo spartiacque appenninico tra i bacini dei fiumi Agri e Sinni ad est e dei fiumi Calore e Noce ad ovest
IDROGRAFIA
I FIUMI
Fiume Sinni: è uno dei più importanti della Basilicata. Trattasi di un fiume dal regime estremamente torrentizio con piene turbinose nella stagione piovosa e magre notevoli in estate. Nasce a quota 1380 metri dalla Serra della Giumenta, nel versante orientale del massiccio montuoso del Sirino, in territorio di Lauria. Scorre quindi verso lo Ionio e sfocia nei pressi di Policoro, nella piana di Metaponto. Il suo percorso viene sbarrato due volte: dapprima dalla diga di Cogliandrino e successivamente, presso Senise, dalla diga di Monte Cotugno, la più grande d’Europa in terra battuta.
Fiume Noce: nasce dal versante nord del massiccio del Sirino, in territorio di Lagonegro. Il suo bacino idrografico, nei pochi chilometri quadrati di estensione a Lauria, presenta una rilevante escursione altimetrica, che va dagli oltre 2000 metri del monte Papa fino al livello del mare, sfociando nel Tirreno nei pressi di Castrocucco di Maratea, ai confini con Tortora (CS). Da esso prende il nome la valle che attraversa.
I TORRENTI
Lauria è caratterizzata dalla presenza sul territorio di numerosi corsi d’acqua a regime torrentizio di modeste. medie e grandi dimensioni che in alcuni casi danno al paesaggio un aspetto unico come nel caso del Torrente Cafaro, affluente secondario del Noce che scorre oggi coperto in pieno centro storico di Lauria superiore per poi sfociare in maniera suggestiva dal costone che delimita la strada denominata San Pietro Catania
Il Torrente Cogliandrino sorge dai rilievi del massiccio del Sirino ed è uno dei principali affluenti del Sinni. Nei pressi dell’omonima contrada viene sbarrato da una diga, conosciuta anche con il nome di Masseria Nicodemo e le sue acque sono utilizzate per la produzione di energia elettrica. Il Torrente Fiumicello affluente secondario del fiume Noce, alimenta con le sue sorgenti un’area omonima nel rione inferiore le cui acque erano rinomate ma a causa di scelte politiche sbagliate e dell’ inquinamento antropico oggi sono classificate come non potabili.Altri Torrenti che danno il nome ad omonime aree molto importanti soprattutto per la vita contadina di un tempo sono il Torrente Gaglione e il Torrente Carroso.
I LAGHI
Lago Rotonda
Il “Lago della Rotonda” è situato in una depressione pedemontana delimitata a est-nord-est da Serra La Rotonda (1285 m), a sud da I Pianicelli e Costa Pannocchia (1100 m), a sud-est da Serra Destra di Tornesiello (1185 m) ed a ovest da Castello Starsia (1387 m) e dal Monte Pisco (1222 m). Il Sic ha un’altitudine media di 980 m con un minimo a 913 m ed un massimo a 1048 m. Il lago si sviluppa con un profilo allungato lungo la direttrice SW-NE, ed è sito ad un’altitudine di 914 m sul livello del mare. Si tratta di un lago temporaneo di origine naturale in cui il livello dell’acqua è soggetto a forti fluttuazioni stagionali per cui occupa una superficie superiore ai 12 Ha nel periodo novembre-aprile e si ritira notevolmente nella stagione secca, quando l’acqua può scomparire del tutto. Il sito, identificato dal codice IT9210141 B, ricade interamente all’interno del territorio comunale di Lauria dal cui centro abitato dista circa 3km. Seppur con estensione ridotta, l’area è da considerarsi di grande importanza oltre che dal punto naturalistico, anche dal punto di vista geografico, in quanto si trova a cavallo tra i due parchi nazionali della Regione Basilicata. La vallata in cui si forma il lago La Rotonda, infatti, si trova poco più di 2 km ad est del Monte La Spina facente parte del Parco Nazionale del Pollino, e a poco più di 4 km a sud dal massiccio del Sirino, nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano.
Lago Laudemio
Il Remmo o Laudemio, posto ad un’ altitudine di 1.525 m, è il lago di origine glaciale più meridionale d’Italia: esteso per poco più di due ettari ed immerso in una fitta ed alta faggeta, il bacino si è formato a seguito dello sbarramento costituito dalla morena frontale di un grande ghiacciaio, che nel Quaternario scendeva per circa quattro chilometri dal lato nord del monte Papa (2.005 m), sino ad arrivare in località Petinachiana.
Lago Zapano e Lago Sirino
Anche il lago (o stagno) Zapano è di origine glaciale: la conca che lo delimita è dovuta alla morena frontale di un secondo ghiacciaio che, incuneandosi nella valle del Cacciatore, scendeva dal lato nord occidentale del monte Sirino (1.907 m). Infine, un ghiacciaio più piccolo occupava il vallone Niello, muovendosi dal versante meridionale del monte Papa.
Situato alle pendici del massiccio, ad una quota di 788 m e con una superficie di circa cinque ettari (variabile a seconda delle precipitazioni), il Lago Sirino, situato nel comune di Nemoli ma distante da Lauria appena 9 Km, è un tipico lago di sbarramento, anche se alcuni studi geologici ne identificano una doppia natura carsica per via della presenza di un inghiottitoio, che assume una forma irregolarmente ellittica. Le sue acque limpide sono alimentate da una piccola sorgente a monte, dalle piogge abbondanti e da piccoli affioramenti scaturenti dal versante sud occidentale della montagna.
Geologia:
Si riporta il link della carta geologica d’Italia scala 1:50000 foglio 521 Lauria
http://www.isprambiente.gov.it/Media/carg/521_LAURIA/Foglio.html